mercoledì, aprile 28, 2010

Battuage Box


Oggi vorrei iniziare questo post e lamentarmi per qualcosa.
E’ brutto criticare i nuovi vicini?

Ma sì, critichiamoli.
Pare che con l’arrivo della primavera si siano svegliati anche loro o forse hanno adottato un pony e ci giocano dentro casa.

Nonostante i 35 cm di spessore che ci dividono e isolano il mio mondo fantastico dal caos di una allegra famigliola che pensa di essere a Sanremo, l’ altro giorno alle 7 del mattino mi hanno svegliato mamma e figlio che cantavano la canzone di quel Mengoni/Mangoni, (non so neppure come si chiama e non ho nessuna voglia di googlarlo) .

I due trash italian’s got talent battevano il tempo sul tavolo incuranti del fatto che la loro cucina confina con la mia sensualissima camera che in quel momento era in modalità dark, sogno erotico in corso.

Mentre la madre intonava le note di quella canzone isterica che farebbe diventare lisci anche i capelli crespi di Antonella Clerici, probabilmente scritta da un gruppo di bimbeminkia in preda ai primi calori adolescenziali, il figlio l’accompagnava con voce di sottofondo canticchiando; forse sì, forse no, forse sì, forse nooo….

In quel momento non avendo strumenti per una punizione immediata non ho potuto fare altro che accendere la tv su un canale musicale e mettere i Black Eyed Peas con Rock that Body col volume a palla al fine di disorientare il loro orecchio e distorcere la loro esibizione mattutina, oppure mandare un messaggio semplice; si sente tutto, avete rotto il cazzo!

Nonostante Fergie e cricca il concerto sanremese ha continuato con la sua scaletta.

1 a 0.

Stavolta ho perso.

Sabato durante una tranquilla cenetta con amici scopro che il pony era solo una mia immaginazione; in realtà usano una pallina da tennis che rimbalza dal pavimento al muro facendo impazzire una gatta che zampetta da una parte all’altra.

Domenica decido che è il momento di vendicarmi e organizzo un pillow battle party ( battaglia di cuscini) nella mia Sexy Room.
Per rendere lo scontro più apocalittico faccio credere a Zia Dora che tutti si sono alleati contro di lei e vogliono tenderle un’imboscata.

La reazione di Zia Dora è tremenda.

Infatti scatena tutta la sua forza facendo volare le persone (senza utilizzare il cuscino) da una parte all’altra della mia Sexy camera .

Mentre io ero nascosto in un angolino ho visto perfettamente Zia Dora afferrare Peo Pauselli per le caviglie e fargli fare una capriola all’indietro.

Fortuna che c’era il letto.
Neanche a dirlo lo scontro produce un casino infernale con urla di disperazione e risate isteriche.

A battaglia terminata scopro che i miei vicini non erano in casa.

La mia camera viene distrutta per niente.

La sera buttati nel divano, estenuati dalla terribile lotta e dal ripristino del letto matrimoniale, ecco che i vicini al loro rientro ricominciano a fare il solito giochetto del gatto con la pallina.

Ho un’ ultima e terribile arma di distruzione di massa da azionare.

Mi vedo costretto a svelare ai miei amici dove ho nascosto tutto l’occorrente e i manufatti magici per effettuare la trasformazione da comuni sfigati esseri umani a puttane intrappolate negli anni 80.

Ed è qui che apprendono che celata in un luogo segretissimo ( dentro l’armadio) esiste una valigia di cartone che contiene anni e anni di shopping delle più assurde e scintillanti creazioni realizzate da una manodopera a basso costo nel cuore della Cina.
Con un spregiudicato grido di gioia che assomiglia più a urlo un fatto con erotismo, il pillow battle party si evolve nel solito, chiassoso e decadente puttan-party.

Mentre un cd con musica scaricata da internet canta tutto il suo repertorio e si apre l’improbabile passerella del prima e del dopo, il rumore dei tacchi fa zittire il condominio che probabilmente avvicina l’orecchio al muro per capire come mai le PussyCat Dolls stanno ballando sulle note di Lady Gaga.

La pallina si ferma.

Forse hanno capito.
Con il dolore dei tacchi anche il puttan-party si ferma; il condominio sprofonda nel silenzio assoluto.

Una pizza e tutti a casa.
Mentre tutti vanno via e percorrono la passerella che porta alla strada, lievi movimenti si scorgono da dietro le tende.
I vicini stanno spiando, come dire; “sono loro ?”

Sì , sono loro.
Pensavate fossi solo, magari curioso, con orari strani e poco degno di rispetto.

Io, esattamente come voi, la mia vera famiglia me la sono creata da tempo.